SEO – Araneus https://www.araneus.it Agenzia WEB Marketing Lucca - Marketing Automation e Lead Generation Thu, 14 Jun 2018 09:34:27 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.5.15 https://www.araneus.it/wp-content/uploads/2017/04/cropped-logo_quadrato-32x32.png SEO – Araneus https://www.araneus.it 32 32 SEO as a state of mind: ovvero della necessità imprescindibile del parlar(si) https://www.araneus.it/seo-as-a-state-of-mind-ovvero-della-necessita-imprescindibile-del-parlare https://www.araneus.it/seo-as-a-state-of-mind-ovvero-della-necessita-imprescindibile-del-parlare#comments Tue, 06 Mar 2018 09:42:45 +0000 http://www.araneus.it/?p=30098 Cosa è la SEO e a chi si rivolge Questo articolo cerca di non limitarsi a parlare agli addetti ai...

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Cosa è la SEO e a chi si rivolge

seo stato mentaleQuesto articolo cerca di non limitarsi a parlare agli addetti ai lavori – cioè tutti coloro che si occupano di Content SEO (ottimizzazione dei contenuti per migliorare il posizionamento sui motori di ricerca), ma vuole ampliare l’orizzonte di interesse ad altri soggetti nondimeno interessati al discorso.
Il nostro intento in questa sede non è certo quello di confermare la visione distorta di una SEO quale disciplina mistica e poco comprensibile ai non illuminati. Tutt’altro, qui vogliamo infatti raccontarvi di come, nel 2018, la SEO non è più un ambito di nicchia. O almeno, non solo. Da una parte ci sono un sacco di procedure e accorgimenti tecnici che solo gli addetti ai lavori più aggiornati possono conoscere e padroneggiare. Ma dall’altra esistono anche ambiti d’intervento, modalità operative e finalità analitiche aperte a quei soggetti che, con differenti obbiettivi, lavorano in rete e con la rete. Soggetti che operano a differenti livelli nel mondo del libero professionismo e dell’impresa. Ambiti le cui dinamiche di funzionamento sono divenute più accessibili, e i cui esiti processuali hanno importanti ricadute a differenti livelli, non solo nei processi di attribuzione di valore e riconoscibilità in rete, come il posizionamento nelle SERP (Search Engine Result Pages).

Il cuore della SEO: contenuti, interfacce, esperienza utente

seo deviceLa SEO nasce nel punto di intersezione fra le scienze umane – la linguistica, la semiotica, la psicologia (solo per fare qualche nome), e l’informatica. In realtà il termine informatica oggi comincia a diventare un po’ generico a livello di utilizzo nei parlanti, seppur risulti ancora largo semanticamente. Dunque è meglio parlare di world wide web (la rete internet estesa), un ambiente digitale basato sull’HTTP, ovvero il protocollo di trasferimento di ipertesti, e del relativo sviluppo della tecnologia dei motori di ricerca e del machine learning, l’apprendimento automatizzato proprio dell’intelligenza artificiale.
Questa doverosa premessa ci serve per inquadrare un terreno su cui molti professionisti, dentro e fuori al mondo digitale si vanno a confrontare. Quello dell’ottimizzazione dei contenuti – e dei criteri per organizzarli e classificarli, le tassonomie. Un ambito operativo strettamente connesso a quello delle interfacce, i contenitori interattivi di contenuto, che a volte sono modelli standardizzati, template, a volte esperienze di navigazione completamente sviluppate ad hoc. Proprio questo passaggio, dai contenuti alle interfacce, alle esperienze utente, è il cuore della SEO.

SEO, posizionamento e keyword research: le professioni sviluppate per la comunicazione in rete

SEO professioniAbbiamo anzitutto parlato di Content SEO, cioè della SEO che si fa sui contenuti. Testi, immagini, video, audio – tutto ciò che Umberto Eco definiva ipertesto insomma, rappresentano ‘il contenuto’. Nel caso del testo esso può rappresentare un contenuto a se stante (il testo di una pagina web o di un articolo di un blog, proprio come questo che stai leggendo), oppure essere un testo meta-descrittivo scritto in funzione, per descrivere e rendere maggiormente visibile un altro contenuto (una fotografia, un filmato, un applicativo, etc).
Della produzione di questo tipo di contenuti testuali si occupano figure nate negli ultimi decenni il cui profilo professionale va sotto nomi quali web copywriter, SEO copywriter, web writer, web content creator, web content editor e chi più ne ha più ne metta. Ma, visto che non esistono corsi di laurea specifici (e neanche un percorso propedeutico alle scuole superiori), oggi si possono trovare a fare questa professione persone con i background più disparati. Giornalisti, filosofi, traduttori, informatici, solo per fare qualche esempio. Perché la SEO sui contenuti ha sì a che fare con le parole, ma, più nello specifico, ha a che fare con quello che viene prima e quello che viene dopo le parole. In buona sostanza di mezzo c’è la semantica, ovvero lo studio di come il linguaggio attribuisce significato al mondo esterno. Già, perché se non ve ne siete ancora accorti, il linguaggio umano naturale è di per sé un insieme di singole unità senza senso che si combinano a livello di insieme per creare unità di linguaggio più ampio, anch’esse, se non riportate al livello della realtà umana, non dotate di senso autonomo. Solo quando queste parole vengono poste una a fianco all’altra, messe in bocca ai parlanti, usate in combinazioni più o meno articolate per descrivere persone e situazioni, necessità e soluzioni, diventano materia viva, materia di scambio, di comunicazione online.

 

Semantica e intenzioni di ricerca: a chi sono utili

SEO orizzonteInsomma, se ancora non l’avete capito la SEO riguarda un po’ tutti noi che, a differenti livelli, attraversiamo questo presente all’interno di una serie di relazioni di tipo sociale e professionale.
Aiuta chi deve scegliere un nome per un progetto, un prodotto, un marchio di prossima nascita. Oltre al naming, può essere una valida ‘cartina al tornasole’ per coadiuvare processi di branding, arricchendo le possibilità di virtualizzare alcuni scenari quando si sta andando a fare un’analisi preliminare di mercato. Per non parlare di strategia, anche se ancora poco considerata, questa ‘disciplina’ indica strade da percorrere in ambito di marketing e vendite e aiuta a pensare in modo organico e strategico.
Ma andando anche oltre possiamo dire che la SEO contribuisce all’analisi nei processi di ideazione prodotto, nel product placement e nel value proposition design.

Perché, non finiremo mai di ripeterlo, quando parliamo di SEO parliamo anche di semantica, di intenzioni di ricerca. In altre parole è il pubblico che si esprime in prima persona, ci dice qualcosa al riguardo dei suoi bisogni e delle sue aspettative, delle sue mancanze e dei suoi punti di debolezza, del suo differente livello di consapevolezza.
Ecco perché la SEO non è nient’altro che uno stato mentale. Uno stato in cui la curiosità, la capacità analitica e la tensione strategica vengono ad un dialogo, costruttivo o distruttivo che sia.
Non pensate che ci sia niente di assoluto in questo. Non pensate che vi basti impararla una tantum. Come ogni disciplina olistica, anche la SEO è continuamente attraversata da cambi di rotta e di algoritmo.
Le difficoltà sono di fronte a noi, le incomprensioni appena dietro l’angolo. Ma soprattutto sono le opportunità, incredibili, a disegnare continuamente orizzonti futuri da osservare e raggiungere.

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SEO, semantica e intenzioni di ricerca: a cosa puntano gli utenti quando usano Google? https://www.araneus.it/seo-semantica-e-intenzioni-di-ricerca-a-cosa-puntano-gli-utenti-quando-usano-i-motori-di-ricerca https://www.araneus.it/seo-semantica-e-intenzioni-di-ricerca-a-cosa-puntano-gli-utenti-quando-usano-i-motori-di-ricerca#respond Tue, 30 Jan 2018 10:54:55 +0000 http://www.araneus.it/?p=30081 Perché è importante la semantica dal punto di vista SEO? Oggi si fa un gran parlare di SEO a differenti...

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Perché è importante la semantica dal punto di vista SEO?

Oggi si fa un gran parlare di SEO a differenti livelli. Da una parte c’è chi è quasi spaventato e vi fa riferimento come a una serie di ‘tecniche occulte’ per scalare i risultati dei motori di ricerca. Dall’altra invece coloro che posseggono un po’ di buona volontà scoprono che ci sono differenti livelli operativi, le nozioni e gli accorgimenti di base da adottare non sono poi ambiti esclusivi degli addetti ai lavori. Anche perché c’è tutto un lato della SEO connesso alle scienze umane, a quel ramo della filosofia del linguaggio nato nel ‘900 che si chiama semiotica e in particolare alla semantica. La semantica considera il rapporto tra le parole, i segni del linguaggio e la realtà esterna, definita appunto realtà extra-linguistica.

semanticaLe intenzioni di ricerca, queste (s)conosciute

Con l’espressione search intent intendiamo qualcosa di molto specifico, che tuttavia a volte sfugge, o meglio, viene confuso. Spesso l’intento di una persona che inserisce alcune parole nella search box di Google coincide con quelle parole, definite parole chiave, ma non sempre. Il search intent è qualcosa che ha a che fare con l’obiettivo finale di tale utente e allo stesso obbiettivo si può arrivare tramite differenti parole chiave.

La questione della semantica ha accompagnato la nascita del world wide web fin dagli esordi, ma è venuta alla ribalta soprattutto nei primi anni 2000, quando si cominciava a parlare con più insistenza di web semantico, di metadati e delle possibilità di apprendimento e interpretazione operate dagli algoritmi dei motori di ricerca.

In tempi più recenti l’introduzione degli algoritmi di Google Hummingbird e Google RankBrain ha riposto ancor più importanza sulle intenzioni di ricerca. Ora Google è in grado di discernere, interpretare sulla base delle parole chiave i possibili intenti di ricerca dell’utente. Non che ci riesca sempre, questo è fuori discussione, ma almeno ci prova.
Le persone cercano, elaborano delle frasi specifiche, modalità comuni di scrittura per farsi capire. Ciò che viene fuori però non sempre è lineare, a volte gli utenti immettono parole chiavi simili nella search box, ma hanno obbiettivi completamente differenti. Così gli stessi risultati di ricerca possono nascondere più obbiettivi e in realtà portare a differenti pagine di informazione, di servizio, di prodotto.

semanticaMa quali sono a livello generale i principali intenti di ricerca?

Una ricerca dell’Università di Hong Kong condotta nel 2006 ha fatto emergere che le intenzioni possono suddivise in due grandi gruppi:

  • quanto è specifico per l’utente;
  • quanto è esauriente per l’utente.

La ricerca specifica è collegata ad un intento di ricerca ristretto e non vi si discosta, mentre la ricerca esaustiva ha un raggio in genere più ampio rispetto ad uno o più argomenti.

Andando ad approfondire l’atto pratico di immettere parole nella search box, questi sono i principali intenti di ricerca:

  • Indicazioni per raggiungere un luogo nella rete
    Le persone che digitano direttamente il nome dominio corretto sono poche, e spesso aiutate dal browser. Tutti gli altri interrogano il motore di ricerca per sapere come raggiungere un determinato sito, la pagina di un social network, un portale di e-commerce.
  • Indicazioni per fare qualcosa
    Le ricerche di questo tipo sono introdotte da avverbi e congiunzioni del tipo: “Cosa”; “quanto”; “come fare a”, “dove si trova”. Si tratta di domande che vengono poste al motore di ricerca con l’intento di portare a termine un’azione.
  • Indicazioni per non pagare per qualcosa
    La rete, così come la realtà, esplode di ricerche collegate a tutto ciò che è gratuito, o meglio, che viene fornito liberamente. Le parole chiave legate a queste queries sono relative alla ricerca di prodotti, servizi o informazioni reperibili senza esborso di denaro.

semanticaL’ottimizzazione dei nostri contenuti per intercettare il search intent

Fatte queste premesse, andiamo ad affrontare l’aspetto forse più importante per chi gestisce siti web.

Come posso ottimizzare il mio sito web in modo che riesca a rispondere al meglio a specifici intenti di ricerca?

Per quanto riguarda la ricerca sono i contenuti unici ed originali, con intenti informativi, i più premianti dal punto di vista del traffico organico. Possono essere costruiti ‘ad hoc’, cioè rispondere fin da subito ad una o più specifiche domande (in questo caso spesso si tratta di contenuti che vengono definiti cornerstone e, se frequentemente aggiornati, possono diventare anche evergreen).
In questo frangente la semantica entra in campo con tutta la sua forza. Da una parte è utile andare a ottimizzare i propri contenuti includendo HTML dedicato alle meta-informazioni e ai contenuti da ‘dare in pasto’ al motore di ricerca, i cosiddetti marcatori informativi. Titoli, meta-descrizioni, headings (h1, h2, h3) devono contenere domande, ma soprattutto keyword che rimandano a contenuti informativi.
Dall’altra, per potersi inserire nelle SERP, è possibile rintracciare, attraverso l’aiuto anche di strumenti SEO online, la corretta terminologia, a livello di verbi, avverbi, congiunzioni o espressioni frasali. C’è bisogno di intercettare in altre parole una richiesta, un bisogno e dare a questa domanda una risposta il più ‘centrata’ possibile. In questo caso l’ottimizzazione è rivolta alla creazione di pagine o articoli che rispondano quasi esclusivamente e nel modo più esaustivo possibile alle domande dell’utente.

Concludendo, ci teniamo a dire che in questo articolo abbiamo affrontato soltanto gli aspetti generali della questione delle intenzioni di ricerca. Al giorno d’oggi si presentano sempre più spessi situazioni ibride, pagine di destinazione con intento transazionale che però captano l’attenzione dell’utente attraverso contenuti informativi di alto valore, design ed esperienza utente, in modo da aumentare le conversioni.

Tutti questi fattori messi in campo da chi un sito lo progetta e lo tiene aggiornato concorrono insieme a produrre contenuti e risultati che vanno incontro alle esigenze dell’utente. Ciò, in termini di motore di ricerca, si traduce in dati numerici, metriche chiaramente misurabili. Così un sito che appare nella prima pagina dei risultati di ricerca ha sicuramente buone metriche per quanto riguarda:

  • Alti volumi di ricerca relativi alle parole chiave per cui è posizionato;
  • Elevati livelli di traffico organico in entrata;
  • Ottimi tassi di conversione.

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2018: il ruolo del PR tra cura della Reputation e brand storytelling https://www.araneus.it/2018-il-ruolo-del-pr-tra-cura-della-reputation-e-brand-storytelling https://www.araneus.it/2018-il-ruolo-del-pr-tra-cura-della-reputation-e-brand-storytelling#respond Tue, 07 Nov 2017 14:31:03 +0000 http://www.araneus.it/?p=29707 Con l’avvento di internet negli ultimi anni abbiamo quasi perso l’abitudine a sentir parlare di PR. La velocità e la...

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Con l’avvento di internet negli ultimi anni abbiamo quasi perso l’abitudine a sentir parlare di PR. La velocità e la relativa facilità con cui si trasferiscono le informazioni nel mondo digitale ci ha infatti indotto a pensare che tutto sia vicino, raggiungibile, a portata di mano. Basta attivare una campagna massiva di mailing, oppure raggiungere i nostri interlocutori online, dove sappiamo che passano la maggior parte del loro tempo, magari direttamente sui loro canali social.

pubbliche relazioniMolto spesso però ci accorgiamo che tutto questo non basta. Se non coltiviamo bene le nostre relazioni, se non mettiamo al centro del discorso contenuti che costituiscono per entrambi gli interlocutori un chiaro valore aggiunto, difficilmente potremo ottenere una condizione di reciprocità utile a far scaturire occasioni di scambio, tali da potersi convertire in vere e proprie relazioni proficue e durature.

L’importanza delle Relazioni Pubbliche nella dimensione storica dei mercati

Il mercato è un luogo vecchio migliaia di anni.

A livello storico, in seguito alla necessità di stoccare la merce, catalogarla, prezzarla, le singole comunità hanno sviluppato i linguaggi. Ulteriormente, proprio grazie ai mercati, l’umanità ha sviluppato la capacità di comunicare all’esterno, oltre la propria dimensione geografica e cerchia sociale di riferimento.

Questa premessa per arrivare a dire che il mercato digitale non è poi così diverso dal primitivo suk. Resta ancora il luogo di incontro tra domanda e offerta, il luogo in cui la comunicazione e l’universo delle relazioni pubbliche hanno un’importanza imprescindibile.

suk mercato pr

Perché assumere un addetto alle pubbliche relazioni e quanto costa

Al giorno d’oggi la tendenza è quella di sostituire i PR con profili spiccatamente preparati in ambito social. Ma bisogna operare una chiara distinzione tra la figura del Social Media Manager – che può occuparsi anche di SMM (Social Media Marketing) e il Social Media/PR Expert, una figura più votata alla comunicazione tout-court che al mercato, capace di utilizzare al meglio le piattaforme social con il preciso intento di mantenere e accrescere le relazioni di amicizia, le occasioni di visibilità, le sinergie in ambito B2B. Sia ben chiaro, nel mondo del business queste sono tutte attività che hanno come finalità indiretta il rafforzamento e la crescita delle relazioni di tipo commerciale.

Ma che fine hanno fatto le professioni tradizionalmente legate al mondo delle Public Relations?

Figure come quella del Responsabile RP, del Digital PR, del PR Event Manager, restano di importanza strategica nello sviluppo di relazioni, siano esse di tipo B2B o rivolte al cliente finale.

La forza “dimenticata” dell’addetto alle PR

Nello specifico, di cosa si occupa un esperto di PR?

La sfera delle Relazioni Pubbliche investe nel complesso il processo di gestione della reputazione del marchio. Nella tradizione anglosassone l’addetto alle PR lavora quotidianamente per i suoi clienti, acquisendo feedback per comprendere al meglio le esigenze del marchio in ambito pubblico. Poi si muove per influenzare l’opinione dei mercati e prevederne in qualche modo il comportamento. In linea di massima non importa quale sia il mezzo utilizzato: ogni vettore e strumento di comunicazione è potenzialmente ammissibile, purché contribuisca a conservare ed aumentare la reputation del brand da difendere.
Nel 2017, quasi un ventennio dopo la nascita di Google e un decennio dopo l’avvento di Facebook, molte delle professioni tradizionali nell’ambito della comunicazione sono state ridefinite e ridisegnate. Solo i grandi brand e le istituzioni pubbliche più rilevanti possono permettersi di avere nella propria forza lavoro una figura che si occupa solo di relazioni pubbliche. Nella maggior parte dei casi l’addetto alle PR è anche incaricato di operare sui mezzi digitali – e in particolare i social media, per conto ed a nome del cliente.

Addetto alle prL’addetto alle PR e lo storytelling del brand

Alla luce di queste considerazioni è auspicabile che negli anni a venire anche in Italia si riscopra il valore di chi si occupa di relazioni pubbliche. Nel 2018 la figura del Responsabile delle Public Relations trova nuovamente una sua collocazione naturale all’interno dell’organizzazione aziendale. Se il copywriter è colui che si occupa di tradurre in parole i valori e i punti di forza di un marchio, il responsabile PR interviene prima e dopo a difesa della reputazione del brand. E lo fa raccontando, sfruttando occasioni di visibilità per mettere in campo le sue doti di storyteller, per raccontare tutto ciò che riguarda la produzione, il servizio, l’offerta, il rapporto con l’utente e la capacità del marchio di muoversi all’interno di differenti scenari.

storytellingL’aggiornamento della figura del Digital PR

Abbiamo detto che il PR è colui che si occupa dello storytelling del brand.

Ma davvero questa figura può definirsi completa con queste caratteristiche?

Senza ombra di dubbio rimangono aree in cui le PR, per come le conosciamo tradizionalmente, sono deficitarie.  Perché molto spesso la logica di mercato impone di occuparsi anche di altro. Questioni relative alla strategia di business, al budget investito in questa o quell’attività promozionale, agli scenari relativi alla Web Reputation che devono essere monitorati e gestiti attraverso azioni puntuali di analisi semantica e Search Engine Optimization (SEO).

Accrescere le proprie competenze senza perdere di vista l’importanza del proprio peso specifico. Questa è la sfida dei Digital PR oggi. Molte aziende infatti col passare del tempo si sono scontrate con l’idea che bastasse incaricare magari un esperto marketer o una content farm per gestire al meglio i propri canali di comunicazione col pubblico. Troppo spesso infatti si crede che “al meglio” significhi “puntando tutto sulle vendite” o “al minor costo possibile”. Spendere poco però può portare contenuti di pessima qualità. Puntare tutto sul fatturato, dedicandosi unicamente alle vendite alle volte invece può trasmettere un’immagine fredda. Insomma, nel complesso quando non si fa storytelling si rischia soprattutto di mostrare una scarsa cura della dimensione delle relazioni, siano esse col pubblico o di tipo B2B.

L’identikit dell’esperto di PR nel mondo digitale

L’esperto di PR spesso ha una laurea conseguita all’interno delle discipline della comunicazione e un background, un curriculum che può essere passato da posizioni di Ufficio Stampa e Giornalista .Ciò gli consente di potersi occupare dell’intero processo di produzione e erogazione del contenuto, feedback compresi.  In questo senso anche il suo è un lavoro di nurturing. Il suo compito è quello di individuare, innescare, nutrire e mantenere relazioni e per farlo ha bisogno di sviluppare capacità analitiche per valutare l’impatto di queste relazioni sul business.

b2b b2c pr

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Ottimizzare le immagini in chiave Seo: cosa c’è da sapere https://www.araneus.it/ottimizzare-le-immagini-in-chiave-seo https://www.araneus.it/ottimizzare-le-immagini-in-chiave-seo#respond Mon, 19 Jun 2017 13:40:36 +0000 http://www.araneus.it/?p=29078 L'articolo Ottimizzare le immagini in chiave Seo: cosa c’è da sapere proviene da Araneus.

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Ottimizzare le immagini per scalare la Serp!

Quando ci troviamo a scrivere articoli per il nostro (o altri) blog o per un magazine Online , la domanda “Mi conviene inserire una o più immagini?” vi sarà passata ogni singola volta per la testa. La risposta è decisamente… si! In primis, l’uso di immagini può rendere un articolo più avvincente oltre a contribuire ad una migliore indicizzazione sui motori di ricerca. Cercherò con questo post di illustrare i passi principali da compiere per ottimizzare le immagini in ottica SEO.

Un'immagine ben ottimizzata può migliorare l'indicizzazione Seo di una pagina

Siamo soliti sentir dire che un’immagine vale mille parole. Ed è sicuramente vero. L’uso oculato di immagini all’interno di un articolo catturerà l’attenzione dei lettori più facilmente, illustrerà in modo più digeribile e piacevole le informazioni e renderà i contenuti (anche a livello social) più attraenti. Dunque, usate almeno una immagine per ogni post che andate a creare, ve lo raccomando caldamente!

Scegliere l’immagine adatta

Passiamo al momento della scelta. Se la vostra intenzione è quella di spiattellare un’immagine a caso nel vostro articolo senza pensarci troppo e giusto per vedere attivarsi il plugin del Seo…beh siete sulla strada sbagliata e potete evitarlo del tutto. L’immagine deve essere significativa ed anche a livello visivo deve riflettere il contenuto dell’articolo, in modo da non fuorviare l’osservatore (ricordatevi che il contenuto che create deve essere pensato per users veri non per i motori di ricerca!). Un immagine correttamente allineata contribuisce ad enfatizzare il titolo e il contenuto del post oltre a stuzzicare i visitatori a procedere alla lettura, visto che a prima non visualizzeranno un solo muro di testo compatto.

La soluzione migliore è quella di utilizzare foto personalizzate, originali ed uniche.  A seconda dell’argomento che andiamo a trattare non sempre è possibile disporne. In questo caso è buona prassi cercare di stare lontano da ovvie “stock photos” che poco o niente aggiungono al valore dei nostri contenuti. Tuttavia, ci sono alcune fonti tramite cui è possibile ricavare immagini più “creative” e anche più genuine come Flickr, FreeImages.com oppure Unsplash. Alternative altrettanto valide possono essere illustrazioni come Infografiche oppure gifs animate che stanno crescendo fortemente in termini di popolarità (anche in questo caso evitate di abbondare, poiché troppe gifs finiranno col rendere la lettura dell’articolo più difficoltosa oltre anche un lieve rischio di calo della credibilità).

Nome del file

Una volta scovata la giusta immagine è arrivato il momento di ottimizzarla per un uso corretto sul sito web. Diversi sono gli elementi da tenere in considerazione. Ad ogni modo, l’ottimizzazione SEO delle immagini parte con il nome del file. L’obiettivo è quello di mettere in condizione il motore di ricerca di sapere cosa la nostra foto riguarda ancor prima di vederla. Bene dunque astenersi dall’uso di date o codici anonimi. Un esempio: se stiamo inserendo un’immagine mozzafiato del panorama visibile dal Grand Canyon, evitate di nominare la foto DCS4527.jpg o 1.jpg ma un titolo più descrittivo ed in linea con il contesto della foto è necessario (Grand-Canyon-panorama-dall-alto.jpg è senza dubbio un nome più appropriato!). La keyword in un esempio come quello che ho fatto si suppone sia “Grand Canyon”, per questo è bene metterla subito in evidenza all’inizio del nome del file.

Ottimizzazione delle dimensioni

Se parliamo di Seo Onpage, ossia interna al proprio sito web, la velocità di navigazione è un aspetto importantissimo per l’algoritmo di Google ma lo è altrettanto per la “User Experience” : più il sito verrà caricato velocemente, più probabilità ci sono che gli utenti proseguano soddisfatti nella loro visita invece di rimbalzare fuori ed abbandonarlo. A questo proposito le immagini possono avere un impatto poderoso sulla velocità di caricamento di un sito web, per cui il passo seguente è quello di ridurre l’immagine a una dimensione di file che consenta una navigazione agile e immediata. Potete utilizzare diversi strumenti che consentono di coniugare una consistente riduzione dell’immagine con la preservazione della loro ottima qualità: ImageOptim , JPEGMini o PunyPNG fanno al caso vostro. Una volta completato il processo potete contare su Yslow per capire se la vostra immagine sia stata ottimizzata con successo.

Ottimizzare le dimensioni delle immagini porterà benefici immensi in ottica Seo

Posizionamento dell’immagine

Torniamo ad occuparci un attimo della “User Experience”. La posizione in cui mettete l’immagine all’interno della vostra pagina è un fattore non di secondaria importanza: seppur questo elemento non influenza direttamente il rendimento SEO, va ad incidere (e molto) sulla facilità di navigazione e sull’esperienza del visitatore. Gettare l’immagine a casaccio senza un senso specifico è altamente controproducente. Fate in modo di collocare l’immagine accanto (o nelle vicinanze) del relativo contesto in modo da non creare una sconnessione tra il testo e ciò che si visualizza. In questo modo immagine e contenuto si supporteranno a vicenda.

Didascalie

La didascalia è semplicemente il testo che accompagna l’immagine. Come mai è una componente importante per la SEO? La maggior parte dei visitatori pone l’attenzione su questo elemento ogni qual volta scansiona un articolo e la sua influenza è sorprendentemente rilevante: alcune ricerche evidenziano come le didascalie sotto le immagini siano lette fino al 300% in più rispetto al testo vero e proprio di un articolo! Questo dato da solo spiega come il suo mancato (o erroneo) uso significhi mancare un’opportunità notevole di coinvolgere tantissimi lettori! E’ indispensabile inserire didascalie ad ogni singola foto che utilizzate? Diciamo che non è un obbligo.  Alle volte le immagini hanno uno scopo non direttamente legato alla SEO dunque potete anche evitare. Non aggiungete didascalie solo in visione di una migliore indicizzazione, pensate prima ai visitatori: la mia opinione è che una didascalia ha senso qualora serva a chiarire e contestualizzare l’elemento visivo e migliori la user-experience.

Attributo Alt e Attributo Title delle immagini

L’attributo ALT dell’immagine rappresenta una sorta di testo descrittivo che viene in aiuto dell’utente ogni volta che l’immagine non viene visualizzata in maniera corretta per ragioni diverse (vuoi perché hanno bloccato la visualizzazioni di immagini sul loro browser, per vari filtri anti-spam o altro). Assicuratevi di aggiungere SEMPRE questo elemento poiché è ritenuto fondamentale dai “web crawlers” di Google ai fini dell’indicizzazione. Altri due accorgimenti: non replicate lo stesso contenuto dell’Attributo Title e assicuratevi che il testo includa le keywords principali e collegate all’immagine.

L’attributo TITLE è un’altra parte essenziale in ottica SEO: anche in questo caso parliamo di un breve testo che verrà visualizzato ogni volta che un visitatore passerà il proprio mouse sopra un’immagine. Oltre ad un ragguardevole impatto sulla indicizzazione, l’attributo TITLE darà una piccola “dritta” al lettore: pur non contenendo informazioni cruciali, fornirà anticipazioni riguardo la natura del contenuto che dovrà aspettarsi nella pagina.

Conclusioni

L’ottimizzazione delle immagini per la Seo è un procedimento che somma svariati elementi come vi ho appena mostrato. Con l’algortimo di Google in grado di riconoscere oramai ogni singolo elemento delle immagini (e dando loro una netta rilevanza in termini di indicizzazione), l’ottimizzazione delle immagini è diventata una strategia lungimirante sia per migliorare la user experience dei lettori che per dare propulsione al nostro sito web sui motori di ricerca. E probabilmente anche le vostre conversioni ne risentiranno positivamente 😉

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7 imperdibili strategie di Link-Building https://www.araneus.it/7-strategie-link-building https://www.araneus.it/7-strategie-link-building#comments Thu, 17 Nov 2016 10:38:33 +0000 http://araneus.it/blog/?p=1195 L'articolo 7 imperdibili strategie di Link-Building proviene da Araneus.

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L’evoluzione del Link-Building

Il settore del Digital Marketing ha subito grossi cambiamenti negli ultimi 3 anni, da quando i nuovi algoritmi Google Panda e Penguin sono stati rilasciati. Entrambi hanno modificato radicalmente le regole classiche del Marketing Online, da come costruire un sito web a come progettare una fruttuosa strategia di link-building. Se siete ancora legati a sorpassate tecniche di link-building, dove vige il dogma “più backlinks = ranking più alto” dovrete riconsiderare ampiamente i vostri piani. Sebbene questa sia stata la regola d’oro per anni (e tuttora non è detto che sia malvagia) non funziona più necessariamente in questo modo. Ottenere backlinks che indirizzano al tuo sito web è senza dubbio, anche ad oggi, una strategia vincente per migliorare il tuo ranking nella Serp. Ma non tutti i link sono uguali: alcuni di loro non miglioreranno il tuo ranking affatto mentre altri potrebbero addirittura peggiorare la tua situazione. Con i nuovi algoritmi la quantità di backlinks è decisamente passata in secondo piano in favore di link che provengono da fonti di alta qualità e che abbiano una visibile rilevanza per il tuo campo. Cerchiamo oggi di introdurti alcuni trucchi per attuare uno “smart” link-building in modo da non urtare il tuo ranking sui motori di ricerca e crescere in modo organico.

Il link-building è ancora un fattore rilevante per una buona indicizzazione SEO

Guest Blogging

Il Guest Blogging (o posting) è una delle cosiddette attività di SEO off-site e che prevede la ricerca di autorevoli e noti siti web o blog per dare risalto agli articoli in cambio di backlinks. Il veder pubblicato il vostro articolo su un sito di alto profilo garantirà un picco iniziale di traffico a cui seguirà un costante flusso di lettori. Far crescere un sito web oppure un blog richiede tempo.

Attuare una strategia di Guest Blogging è un modo rapido per indirizzare visitatori verso le vostre pagine: dopo aver stabilito una consolidata base di lettori potrete a vostra volta accettare Guests sulle vostre pagine. Questa si rivelerà come una soluzione vincente per entrambe le parti: oltre a consentire (ed aiutare) altri bloggers a crescere riceverete contenuto gratuito per i vostri domini. Ecco la valutazione di Google su questo fenomeno.

Costruire un piccolo network di fiducia

Le relazioni sono fondamentali anche nel mondo virtuale. Per costruire una efficace piano di link-building devi contare su un buon Network di contatti. Ci sono svariati modi per ottenerli: comincia con l’aderire a piccole comunità attinenti al tuo settore quali blogs, social communities e forums. Cerca di partecipare in modo attivo alle discussioni fornendo la tua competenza e un valore aggiunto personale: in questo modo guadagnerai fiducia e credibilità, con conseguenti backlinks per il tuo sito, oltre a non perderti nessuna delle novità più importanti che riguardano la tua industria.

On-Page SEO

Seppur scontato per gli addetti ai lavori, una cura attenta dell’ottimizzazione del proprio sito per i motori di ricerca è sempre la pietra fondante per attrarre maggior traffico. Una buona Seo on-page è tanto importante quanto fare link-building. Assicuratevi di inserire le keywords all’interno dei titoli ed headlines dei tuoi post e cerca di spargerle uniformemente in tutto il tuo articolo (ricordatevi che state scrivendo per lettori umani e non per i motori di ricerca, dunque la narrativa del testo deve sempre risultare naturale e comprensibile). Altri trucchi: aggiungete tutte le keywords nei tags così come all’interno del link ipertestuale quando state linkando verso un altro sito autorevole.

Quora!

Qual è lo scopo principale di un blog? Si suppone sia quello di fornire risposte di contenuto utile a persone che stanno cercando informazioni in un settore particolare. Non importa quando grande o piccolo sia il dominio di cui vi occupate, sicuramente avrete un sacco di risposte su svariati argomenti che i visitatori web stanno disperatamente cercando nell’universo Online. Oltre ad aspettare che i lettori cadano sul vostro blog, è tempo anche di cercare attivamente la fonte principale e “spiattellare” il vostro meraviglioso contenuto scritto in fronte a tutti coloro che lo stanno freneticamente cercando. Ecco perché Quora è una piattaforma dalle enormi potenzialità per affermarvi come una autorità nel campo e per generare traffico verso le vostre proprietà web! Per chi non lo conoscesse, si tratta di un sito di domanda-risposta per la ricerca di informazioni che spazia su un campo di azione sterminato. Potete iscriversi con le vostre credenziali ed usarlo a vostro vantaggio!

Monitoraggio dei backlinks dei competitors principali

L’analisi dei backlinks ottenuti dai competitors nel vostro stesso campo è un ottima metodologia per scoprire nuove fonti e tecniche di link-building, o almeno per indirizzare sapere dove indirizzare la vostra attenzione per ottenere questi risultati . Strumenti come SEMRush (fondamentale per la ricerca di parole chiave organiche e per la verifica della tipologia dei backlinks) o The Common Backlinks Tool sono idonei allo scopo di compiere questa ricerca.

Social Media come rampa di lancio!

La sola creazione di contenuti accattivanti, di alta qualità e dal contenuto informativo non è purtroppo garanzia assoluta di ranking più alto. In casi come questo c’è bisogno di dare una spinta aggiuntiva ai tuoi contenuti: i social media sono lo spazio giusto per tutto ciò! Condividere i vostri pezzi sui social media vi garantirà una capacità di esposizione molto più ampia (ovviamente correlata all’estensione del vostro network) e la possibilità di guadagnare ulteriori backlinks. Potrete anche condividere lo stesso contenuto ripetutamente nel tempo (trasformandolo nel cosiddetto “Evergreen Content”). Obbligo assoluto: fate in modo che i pulsanti di sharing siano onnipresenti e ben cliccabili sulla pagina!

Intervista gli Influencers

Cerca di intercettare i personaggi più influenti del tuo settore ed prova a richiedere lor una intervista, anche non troppo lunga. Il formato non è troppo importante, può trattarsi di un articolo scritto , un video o un podcast audio: il risultato andrà sicuramente a beneficio del tuo ranking. Sfruttare al massimo l’Influencer Marketing è un modo brillante per guadagnare backlinks in modo naturale: i personaggi da te intervistati saranno certamente propensi a condividere il vostro contenuto (a partire dalla intervista stessa) con i loro followers sui vari social, ottenendo così un effetto domino.

Fare link-building è un processo costante e che non prevede pause come tutti gli esperti di Seo sanno bene. Troverete molti altri modi di ottenere backlinks (non tutti così “leciti” tra l’altro) e probabilmente altrettanto validi. Questi sono i più sicuri ed efficaci che sentiamo di consigliarvi! Qual è invece la vostra esperienza nella caccia ai backlinks? 🙂

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5 strategie SEO utili per migliorare il posizionamento del tuo sito web https://www.araneus.it/5-strategie-per-migliorare-posizionamento-seo-sito-web https://www.araneus.it/5-strategie-per-migliorare-posizionamento-seo-sito-web#respond Thu, 03 Nov 2016 14:37:26 +0000 http://araneus.it/blog/?p=1177 L'articolo 5 strategie SEO utili per migliorare il posizionamento del tuo sito web proviene da Araneus.

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Ti sei posto l’obiettivo di migliorare il rendimento del tuo sito web sui motori di ricerca? Bene, non c’è bisogno di un restyling totale che coinvolga tutte le pagine già presenti o addirittura di riscrivere completamente tutti i tuoi contenuti. Andiamo a proporti 5 dritte mirate da tenere in mente per la creazione delle tue nuove pagine in modo da farle risultare appetibili e ben visibili dai Web Crawler!

L'ottimizzazione per i motori di ricerca è una prassi fondamentale per dare maggiore visibilità al tuo sito web

Assicuratevi di avere Title tags e Meta Descriptions accurate

Uno dei cambiamenti che devi mettere in cima alla tua lista delle cose da fare per la Seo, consiste nell’assicurarti che ogni tua pagina abbia una Title Tag e Meta Description unica e rilevante.Il ruolo delle Title e Descriptions va oltre l’indicare al visitatore di cosa tratta la pagina che vanno a visualizzare. Infatti influenzeranno anche il motore di ricerca mandando segnali precisi sul contenuto della tua pagina e quanto sia rilevante alla ricerca che un utente ha appena compiuto. In più dovrai cercare di scrivere seguendo alcune linee guida che spingano il più possibile l’utente a cliccare.

Nel caso tu sia un novellino totale eccoti un paio di regole da tenere in considerazione:

  • Norma vuole che la title tag non oltrepassi il limite di 55 caratteri (spazi inclusi) e come detto dovrebbe dare un’idea almeno generica di cosa la pagina tratti. Potete utilizzare anche parole chiave al suo interno ma non più di una (evitate una inutile keyword stuffing!)
  • Sulle Meta Description avete più mano libera e potete arrivare anche a toccare i 160 caratteri, seppur la misura ideale si aggira intono ai 140. Comunque sia un carattere in più o in meno non è così rilevante poiché, a differenza delle title tags, non hanno più un impatto significativo sul rendimento Seo. Sono invece molto utili ad influenzare ed indirizzare gli utenti dei motori di ricerca nella loro azione: una meta description curata, attinente al tuo contenuto e che attira l’attenzione può sicuramente innalzare il tuo CTR!

Usate Headings e Subheadings ben definiti

Gli Headings sono elementi fondamentali per una buona SEO, così come i titles e le descriptions. Costituiscono difatti un’altra utilissima indicazione da dare ai motori di ricerca su come il contenuto delle tue pagine è strutturato. Pensa alla tua pagina come un edificio: gli Headings rappresentano la planimetria dello stesso! Il cosiddetto H1 è il livello più alto e sotto di esso troverai gli H2, H3 e così via, che indicano come la tua pagina è organizzata. In sintesi l’H1 dovrebbe essere il titolo più prominente e generale che va a includere l’idea e tema di fondo, mentre i sottotitoli ai livelli inferiori (H2,H3..) dovrebbero essere più focalizzati e specifici su determinati soggetti (sottotitoli o paragrafi).

Se volete ottenere la miglior performance Seo per la vostra pagina, prendersi cura degli Headings è una delle prime cose da fare: tra gli errori più comuni vi è il posizionamento errato (come l’H2 o H3 posti in cima alla pagina) o l’utilizzo ripetuto dell’H1 sulla stessa pagina.

L’importanza del Link-building

Il cosiddetto Link-building è uno degli elementi fondanti di una buona Seo. Sebbene i risultati più evidenti si abbiano dall’attrarre link esterni (ossia che da altri siti web, possibilmente con una certa autorità e reputazione, indirizzino al nostro), esiste la possibilità di migliorare il ranking del vostro sito web sui motori di ricerca tramite i backlinks . In questo modo avrete si la possibilità di aumentare il traffico sul vostro sito web e allo stesso tempo di dare maggiore risalto ai contenuti di vecchia data. Inserendo link interni nelle pagine e blog posts più significative, renderete il vostro sito facilmente reperibile dai crawlers oltre a procurare risorse utili ai vostri visitatori. La pertinenza qui è la chiave fondamentale: evitate assolutamente di collegare la vostra homepage con keywords scelte casualmente, così come “linkare” tra di loro i vostri articoli di blog senza una connessione logica . Cercate invece all’interno del vostro sito contenuti che legano tra di loro in modo logico e naturale e solo a quel punto aggiungete nel testo un link tra le due pagine.

Ottimizzare ogni immagine presente sul sito web

Oggigiorno siamo perfettamente a conoscenza di quanto il contenuto visuale sia basilare per coinvolgere il proprio audience e per dare maggior risalto ai propri contenuti. Ovviamente ci scontriamo con un problema quando parliamo di Seo: i motori di ricerca non sono in grado di vedere le immagini ma solo i “metadata”, l’image title e description che si annidano nell’HTML. E’ buona norma aggiungere questi tags ad ogni immagine in modo da consentire ai motori di ricerca di capire di cosa si tratta: esattamente come le title tags e descriptions, l’image tags deve essere descrittiva e attinente al contenuto stesso. 

Oltre all’ottimizzazione delle tags, dovrete assicurarvi anche che la grandezza dell’immagine sia adeguata al vostro sito web. La dimensione sbagliata può impattare in modo marcato la velocità di caricamento e di conseguenza sia il layout del vostro sito che la navigabilità stessa. Generalmente ogni immagine più grande di 120/130 kb è considerata piuttosto pesante.

Evitare i contenuti duplicati

Un altro modo per fare della buona Seo e migliorare la performance del tuo sito web è fare in modo che non compaia sulle tue pagine alcun contenuto duplicato. Si tratta di un contenuto già presente su altre pagine Internet che manderà segnali di bassa qualità ai motori di ricerca: qualora un contenuto sia esattamente il medesimo di un altro presente su un’altra pagina del vostro sito )o peggio ancora di un altro sito web) non esitate a cancellarlo e sostituirlo con un altro di qualità ed originale. Importante sottolineare come questa buona norma coinvolga anche gli oramai famosi title tags e meta descriptions! Un semplice esempio. Se avete un e-commerce in cui vendete pasta biologica, caratterizzate i diversi titoli delle pagine con tags differenti di un ordinario “pasta”, onde passare totalmente inosservati. La morale della favola è quella di cercare di rendere ogni pagina ben distinguibile utilizzando titoli, descrizioni e contenuto.

State già mettendo in atto tutte queste strategie per il vostro sito? Quale ritenete sia la più efficace? Fateci sapere se conoscete altre buone pratiche per far schizzare il vostro sito al top dei motori di ricerca 😉

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