Con l’avvento di internet negli ultimi anni abbiamo quasi perso l’abitudine a sentir parlare di PR. La velocità e la relativa facilità con cui si trasferiscono le informazioni nel mondo digitale ci ha infatti indotto a pensare che tutto sia vicino, raggiungibile, a portata di mano. Basta attivare una campagna massiva di mailing, oppure raggiungere i nostri interlocutori online, dove sappiamo che passano la maggior parte del loro tempo, magari direttamente sui loro canali social.
Molto spesso però ci accorgiamo che tutto questo non basta. Se non coltiviamo bene le nostre relazioni, se non mettiamo al centro del discorso contenuti che costituiscono per entrambi gli interlocutori un chiaro valore aggiunto, difficilmente potremo ottenere una condizione di reciprocità utile a far scaturire occasioni di scambio, tali da potersi convertire in vere e proprie relazioni proficue e durature.
L’importanza delle Relazioni Pubbliche nella dimensione storica dei mercati
Il mercato è un luogo vecchio migliaia di anni.
A livello storico, in seguito alla necessità di stoccare la merce, catalogarla, prezzarla, le singole comunità hanno sviluppato i linguaggi. Ulteriormente, proprio grazie ai mercati, l’umanità ha sviluppato la capacità di comunicare all’esterno, oltre la propria dimensione geografica e cerchia sociale di riferimento.
Questa premessa per arrivare a dire che il mercato digitale non è poi così diverso dal primitivo suk. Resta ancora il luogo di incontro tra domanda e offerta, il luogo in cui la comunicazione e l’universo delle relazioni pubbliche hanno un’importanza imprescindibile.
Perché assumere un addetto alle pubbliche relazioni e quanto costa
Al giorno d’oggi la tendenza è quella di sostituire i PR con profili spiccatamente preparati in ambito social. Ma bisogna operare una chiara distinzione tra la figura del Social Media Manager – che può occuparsi anche di SMM (Social Media Marketing) e il Social Media/PR Expert, una figura più votata alla comunicazione tout-court che al mercato, capace di utilizzare al meglio le piattaforme social con il preciso intento di mantenere e accrescere le relazioni di amicizia, le occasioni di visibilità, le sinergie in ambito B2B. Sia ben chiaro, nel mondo del business queste sono tutte attività che hanno come finalità indiretta il rafforzamento e la crescita delle relazioni di tipo commerciale.
Ma che fine hanno fatto le professioni tradizionalmente legate al mondo delle Public Relations?
Figure come quella del Responsabile RP, del Digital PR, del PR Event Manager, restano di importanza strategica nello sviluppo di relazioni, siano esse di tipo B2B o rivolte al cliente finale.
La forza “dimenticata” dell’addetto alle PR
Nello specifico, di cosa si occupa un esperto di PR?
La sfera delle Relazioni Pubbliche investe nel complesso il processo di gestione della reputazione del marchio. Nella tradizione anglosassone l’addetto alle PR lavora quotidianamente per i suoi clienti, acquisendo feedback per comprendere al meglio le esigenze del marchio in ambito pubblico. Poi si muove per influenzare l’opinione dei mercati e prevederne in qualche modo il comportamento. In linea di massima non importa quale sia il mezzo utilizzato: ogni vettore e strumento di comunicazione è potenzialmente ammissibile, purché contribuisca a conservare ed aumentare la reputation del brand da difendere.
Nel 2017, quasi un ventennio dopo la nascita di Google e un decennio dopo l’avvento di Facebook, molte delle professioni tradizionali nell’ambito della comunicazione sono state ridefinite e ridisegnate. Solo i grandi brand e le istituzioni pubbliche più rilevanti possono permettersi di avere nella propria forza lavoro una figura che si occupa solo di relazioni pubbliche. Nella maggior parte dei casi l’addetto alle PR è anche incaricato di operare sui mezzi digitali – e in particolare i social media, per conto ed a nome del cliente.
L’addetto alle PR e lo storytelling del brand
Alla luce di queste considerazioni è auspicabile che negli anni a venire anche in Italia si riscopra il valore di chi si occupa di relazioni pubbliche. Nel 2018 la figura del Responsabile delle Public Relations trova nuovamente una sua collocazione naturale all’interno dell’organizzazione aziendale. Se il copywriter è colui che si occupa di tradurre in parole i valori e i punti di forza di un marchio, il responsabile PR interviene prima e dopo a difesa della reputazione del brand. E lo fa raccontando, sfruttando occasioni di visibilità per mettere in campo le sue doti di storyteller, per raccontare tutto ciò che riguarda la produzione, il servizio, l’offerta, il rapporto con l’utente e la capacità del marchio di muoversi all’interno di differenti scenari.
L’aggiornamento della figura del Digital PR
Abbiamo detto che il PR è colui che si occupa dello storytelling del brand.
Ma davvero questa figura può definirsi completa con queste caratteristiche?
Senza ombra di dubbio rimangono aree in cui le PR, per come le conosciamo tradizionalmente, sono deficitarie. Perché molto spesso la logica di mercato impone di occuparsi anche di altro. Questioni relative alla strategia di business, al budget investito in questa o quell’attività promozionale, agli scenari relativi alla Web Reputation che devono essere monitorati e gestiti attraverso azioni puntuali di analisi semantica e Search Engine Optimization (SEO).
Accrescere le proprie competenze senza perdere di vista l’importanza del proprio peso specifico. Questa è la sfida dei Digital PR oggi. Molte aziende infatti col passare del tempo si sono scontrate con l’idea che bastasse incaricare magari un esperto marketer o una content farm per gestire al meglio i propri canali di comunicazione col pubblico. Troppo spesso infatti si crede che “al meglio” significhi “puntando tutto sulle vendite” o “al minor costo possibile”. Spendere poco però può portare contenuti di pessima qualità. Puntare tutto sul fatturato, dedicandosi unicamente alle vendite alle volte invece può trasmettere un’immagine fredda. Insomma, nel complesso quando non si fa storytelling si rischia soprattutto di mostrare una scarsa cura della dimensione delle relazioni, siano esse col pubblico o di tipo B2B.
L’identikit dell’esperto di PR nel mondo digitale
L’esperto di PR spesso ha una laurea conseguita all’interno delle discipline della comunicazione e un background, un curriculum che può essere passato da posizioni di Ufficio Stampa e Giornalista .Ciò gli consente di potersi occupare dell’intero processo di produzione e erogazione del contenuto, feedback compresi. In questo senso anche il suo è un lavoro di nurturing. Il suo compito è quello di individuare, innescare, nutrire e mantenere relazioni e per farlo ha bisogno di sviluppare capacità analitiche per valutare l’impatto di queste relazioni sul business.